Fuffolandia

Foto di Eugenia Ai su Unsplash

Nel regno di Fuffolandia, tutto diventa magnifico, scintillante, fico, superlativo. Basta che abbia un nome straniero e anche la più dozzinale paccottiglia diventa WOW. Per capire l’essenza di Fuffolandia, bisogna pensare ad un equilibrista che riesce a creare un fenomeno di nicchia, lo trasforma in un fenomeno di tendenza e lo abbandona prima che diventi di massa. E’ innegabile che ci voglia una certa abilità, bisogna riconoscerlo e dargliene merito.

Nel regno di Fuffolandia i lavori, non sono lavori, ma roboanti job titles rigorosamente nella lingua di Albione (dal termine gallo-latino Al-biōn, medio irlandese Albbu, protoceltico *Alb-ien- che poi sarebbe la Gran Bretagna). Se avete pensato Project Manager e Coach siete un po’ scarsi in materia. Ovviamente tutti ambiscono ad essere Chief di qualcosa con il suo bell’acronimo: Chief Marketing Officer (CMO), Chief Information Officer (CIO), Chief Human Resources Officer (CHRO), Chief Legal Officer (CLO), Chief Creative Officer (CCO), Chief Data Officer (CDO). E se ad un simpatico aperitivo non capisci cosa faccia un CHRO o un CCO, meglio annuire e rivolgersi al barista, ops al Drink Specialist, per avere altre patatine.
Poi, tenetevi forte, ci sono le guide intellettuali, i maestri, variamente distribuiti tra guru, evangelist, prophet, armati di retoriche ineffabili, pronti a sedurre coloro che, disillusi dal tran tran quotidiano, sono disposti a seguire chiunque offra una scintilla di novità, purché presentata in un’impeccabile confezione. Se non li avete mai conosciuti, tranquilli prenotate il primo treno AV per Fuffolandia, fatevi invitare ad un Ape (sta per aperitivo ovviamente) e abbiate fiducia. Conoscerete il Food Specialist, rimarrete storditi dai suggerimenti del Lifestyle Designer (ormai tutti sono designer di qualcosa), snobberete gli influencer, ormai inflazionati e destinati all’oblio, e poi arriveranno loro: il Creative Guru, l’AI Evangelist o il Digital Prophet. Patatine Please!!!

A Fuffolandia chi fa corsi di formazione non fa corsi di formazione, ha l’Academy. L’Academy è tutta un’altra cosa, no? C’è anche l’Open Day dove tutti sono eccitatissimi perché credono di far parte di un gruppo di eletti. Ecco il trucco dell’Academy: far sentire delle persone comuni, probabilmente ordinarie, dei candidati al successo. Come nei social, ma costa di più. Sì perché le Academy sono pure care, altrimenti che Fuffolandia è? Già perché mi sono dimenticata di dire che una delle formule alchemiche, per trasformare la paccottiglia in oro, prevede che costi più del normale.
Queste Academy sono promosse come fucine per cervelli d’eccezione, lo scheduling è da manuale, ma soprattutto hanno un modello di business collaudatissimo. I corsi sono strutturati in lezioni dai titoli accattivanti dove si ascolta, per un tempo oltremodo dilatato da mettere a dura prova chiunque, il “docente” di turno raccontare di sé in perfetto stile storytelling, altra parola magica per nascondere non solo un ego spropositato, ma l’assoluta incapacità di insegnare. That’s Academy!

A Fuffolandia anche il tempo libero è occupato da qualche paccottiglia esclusiva ancora non colonizzata dalla massa. A Fuffolandia, Pilates era di tendenza quando i tappetini made in China di Decathlon non esistevano ancora e non esisteva nemmeno Decathlon.  Ho scritto “di tendenza”, il che ovviamente non coincide con l’invenzione di questo benefico metodo ad opera di un signore nato nel 1883 vicino Düsseldorf, da madre tedesca e padre di origine greca, il cui cognome era guardacaso Pilatu. Oggi, a Fuffolandia, è il turno di Padel e se non fai Padel non sei nessuno. Ora non chiedetemi cosa sia perché ero rimasta al Badminton e per me esistono ancora gli esercizi e non i workout, ma fidatevi se volete essere di tendenza correte ad iscrivervi a Padel.

A Fuffolandia, persino i funerali si trasformano in eventi, orchestrati da Event Manager, dopotutto, anche loro devono guadagnarsi da vivere. Perché non avere un esclusivo funerale con Qr code sulla tomba, in streaming, con ologrammi, medaglioni con i video del caro estinto. Non sto scherzando esistono davvero. (Non ci crederete ma vent’anni fa lo volevo fare anch’io il Digital Funeral). E così un funerale diventa evento unico, definitivo, perché a Fuffolandia anche da morti non siamo autorizzati a rinunciare alla paccottiglia.

Allora siete pronti per partire per Fuffolandia? Non sapete dove si trova? La verità è che Fuffolandia è un po’ dappertutto, anche se, come ogni regno che si rispetti, ha una capitale conosciuta in tutto il mondo. Provate ad indovinare come si chiama.

Patatine Please!

 

 

2 Responses

  1. Quanto è vero che Fuffolandia è un po’ dappertutto!
    L’ autrice ci diverte con la sua sottile ironia, il suo spirito demolitore, e ci stupisce con la sua competenza che spazia dall’ antico all’ attualità estrema.
    Complimenti!

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