Backpfeifengesicht!

Photo by Duncan Cumming, Slap graffiti, Melbourne, Original Licens CC BY-NC 2.0 – https://www.flickr.com/photos/duncan/46811059151

Se vi state chiedendo cosa significhi il titolo vi accontento subito: Faccia da Schiaffi, ma in tedesco. E si pronuncia

Mi sembra che di questi tempi di Backpfeifengesichter (plurale di Backpfeifengesicht) se ne vedano un gran bel po’. Sono fioriti come le erbe infestanti dopo la prima pioggia. Qualcuno dirà: “Ma tra le erbe infestanti c’è anche il tarassaco, che fa tanto bene, e le pratoline, tanto carine! E poi il papavero, il ranuncolo….”
NO! Da quando ognuno si sente in diritto di dire la propria anche le metafore hanno perso mordente: ci siamo giocati le metafore e qualsiasi altro simpatico artifizio retorico che dà un po’ di colore al discorso. Basta passare una mezz’ora sui social per capire che o fai una battuta o scrivi con la vivacità di un campo in piena siccità. Giusto per ribadire la metafora agricola. Comunque mi riferivo a quelle erbacce che crescono a dismisura, come la malerba a foglia stretta, ad essere precisi.

“E poi perché in tedesco?”, chiederanno alcuni fanatici integralisti della lingua italiana.

Perché Backpfeifengesicht, per me che non conosco il tedesco, ha un sapore di lettere messe lì a caso, come i grawlix nei fumetti, @#$!!%&! ÷ø!, una sequenza di segni che non ha senso ma esprime un significato molto chiaro. E poi quando si riesce a pronunciarla, il suono è quasi onomatopeico: Backpfeifengesicht è il suono di uno schiaffo liberatorio. Ovviamente per chi lo dà.

Quanti di noi sono inciampati in queste creature grottesche al limite dell’irritante? Credo in molti. Anche chi una faccia da schiaffi ce l’ha già, avrà sicuramente trovato qualcuno con una faccia da schiaffi più da schiaffi della sua.

Per capire chi sono costoro, non possiamo non partire dalla Treccani, ormai riferimento imprescindibile da quando il ministro dell’Agricoltura (e Sovranità Alimentare) l’ha usata per cercare di cavarsi d’impaccio, senza poi riuscirci più di tanto, da quella scivolosa discussione sull’etnia italiana.
Allora per la Treccani “faccia da schiaffi” è un modo di dire “come la sua variante faccia da sberle, indica una persona la cui espressione del viso risulta arrogante, beffarda, canzonatoria o falsamente ingenua, e quindi, per l’appunto, a seconda dei punti di vista, meritevole di essere presa a schiaffi o piuttosto destinata a essere presa a schiaffi. persona molto insolente, indisponente, che verrebbe voglia di schiaffeggiare.” [link]

Fatto non trascurabile, anzi direi centrale in una fenomenologia della faccia da schiaffi, è che oltre a prenderseli questi schiaffi, la “faccia da schiaffi” se li merita. E lo schiaffo non è altro che un desiderio, un impeto di ribellione all’idiozia, all’arroganza, alla protervia. Sono schiaffi metaforici, con buona pace dei difensori delle pratoline e dei ranuncoli.
Quindi nessun rimorso quando sentiremo sorgere un desiderio, rotondo, pieno e liberatorio e diremo “Backpfeifengesicht!!!”
Se lo sono ampiamente meritato. Bisogna però anche dire che un/una Backpfeifengesicht non si macchia di colpe da codice penale. Sono colpe di superbia, di imbecillità, che danneggiano tutti, ma che non fanno male fisicamente. Backpfeifengesicht non prende un arma e ammazza. Quelli sono criminali. Backpfeifengesicht casomai è colpevole di crimini culturali e di aver strappato la pagina del vocabolario alla voce “buona educazione”.

Una fenomenologia che si rispetti ora dovrebbe proporre una classificazione. Più modestamente ne elencherò alcuni. Quelli che ho incontrato più frequentemente, o che mi hanno irritato più profondamente. Rimane però un assunto, che ricalca ciò che Carlo Maria Cipolla diceva sugli stupidi: Backpfeifengesicht sono trasversali, li troviamo tra i laureati e gli ignoranti, tra i personaggi pubblici e i vicini di casa, tra i ricchi e i poveri. Backpfeifengesicht è in buona sostanza ecumenico: tutti possono essere una faccia da schiaffi.

Backpfeifengesicht di prossimità

Il ghost-maker ovvero il/la collega che ha l’abitudine di non rispondere alle email. Il perché non si sa, dubito siano finiti in un universo parallelo o in un loop spazio-temporale, ma forse la loro educazione sì.

I ficcanaso come il vicino di casa che in virtù di qualche sua competenza (a volte corredata da laurea) mette il naso impropriamente in ogni cosa e agisce come se il palazzo fosse roba sua, e le sue scelte sono spesso catastrofiche.

Gli sputa-sentenze che credono di aver capito tutto del mondo e applicano insensatamente una sineddoche, ovvero la parte per il tutto, per cui se i loro figli e nipoti trovano lavoro significa che la disoccupazione non esiste . In realtà sono persone affette da una distorsione cognitiva nota anche come l’effetto Dunning e Kruger. Shakespeare lo  spiega in modo semplice con la voce di uno dei suoi personaggi in Come vi Piace «Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio». E Bertrand Russell gli fa eco affermando «La causa principale dei problemi è che al mondo d’oggi gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.»

Gli stizziti che insultano gratuitamente chi è diverso da loro per genere, età, condizione economica e grado di istruzione.

Nota metodologica: Ovviamente non sono dei tipi puri. Può infatti accadere che uno sputa-sentenze sia anche un po’ stizzito e ficcanaso e così via.

Backpfeifengesicht nella sfera pubblica

Nella sfera pubblica ritroviamo più o meno gli stessi faccia da schiaffi, con l’unica differenza che sono noti a tutti. Basta aprire le pagine di un giornale o di un social in un giorno qualsiasi per comporre un elenco potenzialmente infinito.
Sono i cantori della destra che fanno propaganda in modo imbarazzante, sempre con quel sorrisino di scherno per i loro interlocutori che sembra dire “io sono io e voi non siete un cazzo”.
Sono i cantori di sinistra che spesso guardano il dito e non la luna.
Sono gli influencer vergognosi cantori del nulla.

La lista potrebbe continuare, ma sarebbe un esercizio alla fine noioso e inutile, perché credo che sia chiaro di chi stiamo parlando. E a tutti i Backpfeifengesichter dico: “Porgete l’altra guancia perché ve lo meritate e non offrite la guancia di un altro. E se cercate una redenzione tacete e basta. Noi risponderemo con il silenzio”.


Questo articolo ha preso spunto da “Certo che hai proprio una bella Backpfeifengesicht!” di Ornella Tajani, pubblicato su Nazione Indiana.

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