#terremoto 25/01

 

Primo: il terremoto di oggi, 24 gennaio 2012 [mi correggono giustamente oggi è 25 gennaio n.d.r], nel nord Italia non ha avuto fortunatamente conseguenze gravi, anche se ha generato qualche comprensibile e naturale reazione emotiva e di paura.

Secondo: Twitter …. va benissimo twittare, si riescono a raggiungere molte persone e ad informare…. ma il risvolto della medaglia è che oggi ho assistito a uno stream dove falsi allerta, terremoti previsti per le ore 12:30, aggettivi incongruenti, evacuazioni – con la Q – scambiate per “annuncio” della catastrofe…. avevano dell’incredibile. Una sequenza che avrebbe dovuto avere un hashtag diverso da terremoto: #ignoranza. [Mi chiedo quanto la società post-moderna, a differenza della società dei nostri nonni, sia consapevole e informata su questi eventi naturali.]
E in questo brullicante chiacchiericcio di notizie vere e false, allarmiste e allertate, con alcuni del gruppo Crisis Camp Italy, e altri tweettatori, abbiamo tweettato per “contrastare” le notizie false e veicolare e retweetare quelle più corrette. Ma questo ci porta al terzo punto…

Terzo: c’erano tweet da parte di istituzioni o fonti autorevoli o accreditate? Ricordo tra i pochi INGV, Provincia di Trento, Il giornale della Protezione Civile, Comune di Monza (sicuramente ne dimentico qualcuno). Ma gli altri? Gli altri erano #assenti.
Non dico nulla di profondo o di nuovo se ricordo che se c’è un vuoto di comunicazione ufficiale l’informazione si recupera da altre fonti… a volte non sufficientemente competenti.
E poi perché inviare un tweet senza hashtag? Senza hashtag il tweet si perde nel mare… Semplificando il web 1.0 diceva “porta utenti al tuo sito”…. il web 2.0 “porta i tuoi contenuti agli utenti”. Quindi anche tweettare non basta, bisogna farlo con alcune accortezze affinché l’informazione “entri nella discussione”.

Quarto: ATTENZIONE a non demonizzare i social media (non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca). Siamo all’inizio di un nuovo modo di fare comunicazione e qualcosa dobbiamo imparare, noi tutti. Mi viene in mente mia nonna che, quando rispondeva al telefono e parlava con qualcuno che abitava lontano, alzava la voce per farsi sentire meglio. Bene, anche noi dobbiamo imparare a modulare la voce e a capire che anche se siamo distanti ci sentiamo bene ugualmente.

Quinto: EvaQuazione = sQuola….Sono convinta che se non ci fossero state evacuazioni alcuni si sarebbero lamentati, come si sono lamentati coloro che sono stati evacuati. E allora? Non siamo mai contenti. L’evacuazione è una forma precauzionale e quando c’è la probabilità che qualcosa accada è meglio prevenire eventuali danni.

Sesto: 2012 voglia di catastrofe… sembra quasi che ci sia un desiderio strisciante di “certezza” anche quella assoluta e cruda provocata da un disastro naturale.  Ho letto questo articolo che condivido volentieri http://studiozuliani.blogspot.com/2012/01/effetto-schttino.html?spref=fb

Settimo: Essere pronti. Chiediamoci: sapremmo cosa fare in caso di terremoto, alluvione, incendio,…? Sapere cosa fare significa essere in grado di decidere cosa fare e di capire dove andare a cercare le informazioni e discernere tra informazioni corrette e campate per aria.

 

Riflessioni

  •  cominciare a usare i social network per discutere e informare e non solo per “presenza”.
  •  ragionare sugli hashtag: condivisi, coerenti, semanticamente esaustivi.
    [Invito chi volesse discutere a iscriversi al gruppo Crisis Camp Italy.]
  • coinvolgere proattivamente la comunità scientifica e gli esperti per  informazioni vere e attendibili
  • divulgare, adottare, promuovere, migliorare esperienze come quelle del Comune di Monza o dell’Agenda Digitale di Bologna o della Provincia di Trento
  • impegnarci nella “preparedness”: la conoscenza dei rischi naturali è il primo passo.

 

Happy Ending

Chiudo questa raccolta di spunti con un po’ ironia.

Un tweet  di @rinhello #Terremoto rientrato allarme tsunami all’Idroscalo

 

Un video

2 Responses

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *