Con questa novità dei social media e dei social network, User Generated Era, tutti ci chiedono di scrivere. Se non scrivessimo o pubblicassimo senza nessuna remora le nostre passioni, i social media sarebbero vuoti.
Ma confesso che sono stufa di vedere messaggi che mi informano sul nuovo divano, o sulla pizza fredda che si sta mangiando o su attività quotidiane verso le quali continuo a voler mantenere una sorta di pudica riservatezza. Con terrore, pavento di leggere qualche notizia sui gas intestinali di qualcuno. E sono convinta che, prima o poi, ci sarà qualche buontempone che cederà a questa tentazione.
Mi chiedo allora che senso abbiano i social network? O meglio che cosa necessita una società dei social network, o del crowdsourcing? Semplice, che le persone abbiano qualcosa da dire.
Ed è questa la cosa più difficile. Cosa abbiamo da dire? E poi cosa siamo disposti a dire?
Da alcuni giorni faccio sedute massicce di navigazione, con ovvie digressioni informative su facebook e twitter. Segnalo articoli e informazioni, che spero possano interessare, mi attivo per alcune cause e rispondo ai messaggi. Un lavoro. Comunicare è un lavoro. Ma a patto che si dica qualcosa, che si selezioni informazione sensata, ironica, strana, di nicchia.
Ma per favore …. non fateci sapere se avete cambiato la tenda della doccia o se vi si è rotto il frullatore, o se la cena dell’altra sera è andata male, o se la vostra razione di sesso giornaliero/settimanale/quindicinale/mensile/semestrale non-è-stata/è-stata soddisfacente. Vi prego. Un po’ di discrezione, un po’ di stile.
Parlate se avete qualcosa da dire e non solo perché state al mondo.
Please!