Quasi un anno fa. Discussione al circolino del mio paese. Ora canonica: quella dell’aperitivo prima del pranzo domenicale. L’argomento: Facebook e il suo inventore. La mia tesi: che Facebook sia  una sorta di consenso alla violazione della privacy e in cambio, relazioni comode, che non implicano un grosso impegno, risolte con un “mi piace” o con un bel “poke”. Basso investimento/massimo rendimento….

Ma non solo le relazioni forse anche le relazioni oltre la vita. Immaginiamo di configurare in modo automatico il flusso tra i nostri social network. E così indipendentemente da noi, dalla nostra volontà o dalla nostra esistenza, i nostri profili social saranno sempre un po’ aggiornati. Certo le risposte non saranno calde e la nostra partecipazione non sarà “in real time”, ma ci sarà con la freddezza di chi forse è impegnato a fare altro.

E allora sì avremo conquistato la vita eterna. Non quella reale e nemmeno quella vera.

 

 

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