Quando uscì Second Life [come si dice dei film] come me molti hanno avuto la curiosià di “toccare con mano” di cosa si trattasse e di provare a vedere se veramente fosse possibile una seconda vita.

E così ho creato il mio account, e sono entrata con l’idea di capire come funzionasse questa messa in scena di vita parallela.
Quando si pensa ad una seconda chance si sceglie cosa si è sulla base di desideri, esperienze, e ironie surreali.
Non voglio stare a descrivere lo sgomento di passeggiare in questi luoghi dove trovi quello/a più bravo/a di te a creare fattezze fatasmagoriche, mentre tu hai ancora il problema dei capelli che scompaiono insieme alla maglietta.
Ma ti aggiri ugualmente, calva e con i seni al vento e non capisci perché.

Anche i politici sono lì – forse non prorio loro ma ragazzotti volenterosi sacerdoti della loro immagine – che per essere moderni hanno seguito il consiglio di qualcuno e hanno deciso di “esserci” in questo luogo della seconda vita,. [una passegiata a Ikea il sabato pomeriggio sarebbe forse meno moderno, ma sicuramente più istruttivo]
Ritorniamo a Second Life, dove puoi essere diverso ogni giorno e cambiare sesso, fisico, casa, amici.
Trovo che tutto questo sia psicologicamente e socialmente rilevante, anche se circa 9 milioni di abitanti non è una quantità così impressionante.
Ma non è questo il punto.
Ora come membro di questa comunità ricevo anche inviti a partecipare a gruppi.
Ed ecco che ieri una mail mi propone di entrare in un nuovo gruppo Mafia Famiglia Corleone
” Standing strong bonded by the our roots
in Corleone, Sicily, come one, come all
to fight for what’s right, the weak vs.
the powerful, the poor vs. the rich.”
così riportava il testo.

Perché se hai una seconda chance, proporre di ricreare qualcosa che non si può dire che sia un fulgido esempio di etica.
Il testo poi è illuminante: combattere per ciò che è giusto, il debole contro il potente, il povero contro il ricco.
Ma con una mission così scegli il nome “Corleone”?
Allora Second Life serve per ricreare una seconda vita dove puoi tentare di essere protagonista e rischiare di essere tu a saltare in aria dentro un auto mentre percorri un’autostrada. O forse per essere quello che lascia le tracce di saliva sulla sigaretta mentre aspetta di innescare il congegno mortale.
Second Life. Usual Life.
Non serve una seconda vita se riproduci le storture di quella reale anche solo con un nome.

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