Ushahidi per le Foreste

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Crowdmapping, Mobile Field Data Collection

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[x] writing | Protezione Civile | Web
Open Foreste Italiane: un progetto sperimentale, primo in Italia, ad aver utilizzato la piattaforma Ushahidi.

Web Design, Web development, Information Architecture.
Supporto al web copywriting.
Formazione.

Open Foreste Italiane è stato un progetto sperimentale di crowdmapping applicato ad un rischio, gli incendi boschivi. Il primo progetto in Italia ad aver utilizzato la piattaforma Ushahidi, e fu realizzato da Elena Rapisardi e Giovanni Lotto nel 2010.


A questo punto è d’obbligo una piccola digressione. Questo progetto è  nato grazie al web 2.0.
Di Ushahidi ne sentii parlare al Web 2.0 Expo di New York nel novembre 2009, dove andai a presentare i miei lavori sulla protezione civile sviluppati in un’ottica web 2.0. Tornando in Italia decisi che avrei voluto realizzare qualcosa di utile per la gestione dell’emergenza con questo strumento. Scelsi l’antincendio boschivo. Ma di informazioni non ne avevo.

Cercai su Facebook tra i diversi gruppi A.I.B. e alla fine ne trovai uno, il cui fondatore dichiarava di voler «contare le persone» che facevano antincendio boschivo. Era Giovanni Lotto. Lo contattai, mi presentai e iniziammo. Giovanni è ora più di un socio o di un compagno di avventura. Con il tempo siamo diventati amici, anche se ci siamo visti solo con la webcam di skype. Se non ci fosse stato Giovanni questo progetto non si sarebbe concretizzato. Grazie Giovanni!

Un ringraziamento particolare va a Monica Palmeri, autrice di un interessante articolo su questo progetto, pubblicato sul blog di Ushahidi, e che ha fatto conoscere il nostro lavoro in ambito internazionale.


Ora veniamo a «Open Foreste Italiane».

Perché un progetto per la condivisione delle informazioni sui rischi?
– la condivisione delle informazioni migliora l’efficienza e l’efficacia delle nostre azioni
– la conoscenza del territorio aumenta la prevenzione e quindi la capacità di affrontare i rischi
– la conoscenza è spesso dispersa, patrimonio di singoli, e soprattutto non è condivisa.

In tema di rischio incendio boschivo, come per altri rischi, queste riflessioni hanno stimolato la creazione di un sito che si proponesse come “luogo” per la condivisione delle informazioni raccolte “dal basso”, ossia da chi opera nel territorio: volontari/cittadini/operatori.

Un’aspetto importante è quello che ogni informazione possa essere georefenziata e quindi individuabile facilmente su una mappa, anche da un comune telefono cellulare di ultima generazione.

Molti potranno dire “Ma noi sappiamo tutto del nostro territorio, abbiamo le mappe, facciamo formazione e monitoriamo il territorio”. Questo è vero, ed è un’attività importante e cruciale per la tutela.
Ma la condivisione attraverso gli strumenti del web 2.0 di tutte queste informazioni permette di:

  • condividerle con più attori
  • trasferirle a nuovi soggetti
  • aggiornarle in tempi rapidi
  • monitorare in modo puntuale
  • commentare e aggiungere nuove informazioni utili
  • recuperare e riutilizzare le informazioni per azioni sul campo
  • promuovere una cultura di prevenzione consapevole

Oggi molte organizzazioni non governative internazionali si stanno muovendo verso questa direzione perché grazie all’esperienza hanno compreso che un contatto diretto con il territorio, un continuo “ascolto” di chi il territorio lo vive e lo fa crescere, fanno la differenza.

Il coinvolgimento dei singoli nel costruire la “mappa” di informazioni è la sfida degli anni a venire.
Gli eventi disastrosi (Abruzzo, Haiti, Chile) ci hanno fatto comprendere che utilizzare questi nuovi sistemi di condivisione delle informazioni può  migliorare la gestione dell’emergenza. Utilizzare questi strumenti nella prevenzione può migliorare le nostre capacità di risposta ai rischi.

Il web 2.0 e Ushahidi offrono una possibilità unica: raccogliere informazioni sul campo georiferite e condividerle sul web. La condivisione di informazioni via web e mobile, la collaborazione tra gli attori, rappresentano l’innovazione nella gestione delle emergenze

Hanno parlato di Openforeste

Ushahidi Blog

Ushahidi Used in Italy to Prevent Forest Fires, by Patrick Meier

L'espresso

Il Web 2.0 Antincendio

VOCI globali

Crisi umanitarie ed emergenze ambientali, il ruolo sociale del Web 2.0

GovLoop

GovLoop: A Community to connect government to improve government – Open Foreste Italiane is gathering momentum

Il giornale della protezione civile

Web 2.0 e resilienza: prepararsi in 'tempo di pace'

La stampa

Ushahidi per prevenire gli incendi boschivi in Italia

Il giornale della protezione civile

Open Foreste Italiane, progetto basato sulla piattaforma Ushahidi per prevenire gli incendi boschivi in Italia

WIKIPEDIA

Termine: Ushahidi

Poptech

Updates: Gaming Ushahidi, Governing Braddock, GSBI Cohort 2010, and Chimpanzees

Openforeste si è concluso

Il progetto Open Foreste è nato come progetto sperimentale ed ha avuto il merito di essere stato il primo progetto europeo sviluppato grazie alla piattaforma Ushahidi. E come recitava una vecchia pubblicità, “vanta numerose imitazioni”.

Sinceramente Open Foreste, nonostante avesse buone potenzialità, non ha avuto successo perché non è stato adottato come strumento per l’antincendio boschivo, ma ha avuto il merito di aver divulgato un approccio: il crowdmapping. Dopo Open Foreste sono stati realizzati molti progetti con la stessa piattaforma in settori diversi. [si veda la voce di wikipedia Ushahidi]

A diversi anni di distanza mi permetto di fare alcune valutazioni sulle difficoltà incontrate, che possono essere utili a chi volesse sviluppare progetti simili:

  • una crowdmap necessita di un team per la gestione e di un processo di raccolta e validazione delle segnalazioni raccolte;
  • una crowdmap deve avere un obiettivo preciso e sostenibile nel tempo: una crowdmap deve essere “vissuta” e usata; per la cronaca hanno avuto più successo crowdmap dove segnalare buche nelle strade o disservizi di altre che richiedevano una maggior precisione del dato raccolto.
  • una crowdmap dedicata ad informazioni relative ad un emergenza o a rischi deve essere gestita da un’organizzazione, affinché possa validare e gestire le informazioni; ma questo punto necessita di un cambiamento culturale che a volte non è facile da realizzare.


Critiche

Non esistono problemi tecnologici, quelli sono risolvibili, ma esistono problemi, culturali, procedurali e di risorse.

Ricordo una critica che mi fu fatta in un seminario in Italia (ovviamente dico il peccato e non il peccatore), da una persona italiana che lavorava all’estero, e poco competente su come funzionano la protezione civile e le istituzioni locali italiane, nonché prodiga di giudizi: “Open Foreste è un fallimento” (se non furono queste le testuali parole, questo era il senso).

Bene a quella persona, che usò un tono veramente sgradevole e supponente, vorrei dire che una gestione artigianale o superficiale e non istituzionale di una crowdmap in emergenza farebbe più danni che altro, perché la validità e l’attendibilità dei dati sono cruciali e lo spontaneismo può generare dei mostri. 

Chi crede ancora che la “crowd” possa validare le informazioni, come anch’io fiduciosamente ho fatto agli inizi del social glamour in emergenza, forse non ha mai vissuto una vera emergenza. Sempre a quella stessa persona vorrei far presente che le istituzioni locali o regionali o nazionali hanno lentamente intrapreso un cammino di innovazione e con difficoltà interne (culturali e di risorse) hanno imboccato la strada del web 2.0. Forse nel 2011 non erano pronte, oggi, 2019, ancora alcuni approcci non sono percorribili, ma qualcosa forse si sta muovendo. I tempi dei cambiamenti profondi sono inevitabilmente lunghi.

Nel 2020 ho deciso di chiudere il sito openforeste.com, l’esperienza è terminata e da diversi anni non mi occupo più di queste tematiche. 

Personalmente sono contenta dei risultati di Open Foreste, certo sarebbe stato più di successo se qualche ente avesse coraggiosamente adottato questo strumento o almeno l’approccio concettuale di Open Foreste. Ma credo che il meglio sia nemico del bene, e Open Foreste è stato utile per capire e analizzare possibilità ideali e confrontarle con quelle concrete, che sono fatte di persone, di norme, di cultura e di volontà.

Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto.

Elena Rapisardi

Crediti

  • Ideazione, coordinamento progetto: Elena Rapisardi
  • Supporto alla definizione della struttura dei contenuti: Giovanni Lotto
  • Supporto alla configurazione della piattaforma Ushahidi: Ken Kasina del team di Ushahidi, Emidio Picariello
  • Contributi Sardegna: Giovanni Lotto, Alberto Caddeo
  • Contributi Veneto: Antonella Ongaro

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