Da piccola amavo tantissimo il Natale. Era una festa che preparavo inventandomi regali, canti, giochi e cacce al tesoro, con l’ingenuo entusiasmo di una ragazzina. La sera della vigilia riunivo i miei genitori sotto l’albero e cantavo una canzone natalizia con il mio stentato inglese e il registratore nascosto sotto la carta crespa verde che avvolgeva la base dell’albero. Dopo la “sigla” si partiva con il gioco: la caccia al tesoro. Serie di numeri che indicavano un versetto del vangelo, semi nascosto tra i romanzi di fantascienza nella grande libreria in salotto, dove le lettere sottolineate davano l’indicazione successiva…. Mi divertivo tantissimo e chiudevamo la serata dopo cena con i regali. Belli quei Natali. Oggi li ricordo con la nostalgia dei tempi della vita dove tutto deve ancora succedere. Ecco perché mi piaceva il Natale: perché sembrava chiudersi qualcosa, ma lo sguardo verso ciò che sarebbe arrivato era pieno di speranza.
Questo Natale 2011 è proprio diverso. E’ lo sguardo al futuro che manca. Nubi minacciose, incertezze, insicurezze, crisi globale, economisti nei i panni di curatori fallimentari e la parola recessione ha il massimo degli hits. Al di là di qualsiasi positività personale, lo scenario che ci circonda è sconfortante. Lo percepiamo in molti. E siamo arrabbiati in molti. E se non siamo arrabbiati, siamo spaesati.
Come il Babbo Natale di Nightmare Before Christmas.
E allora…..Buon Natale e buon 2012.
Ops! 2012, la fine del mondo? l’inizio del nuovo mondo? Staremo a vedere.
Ne riparleremo il 21 dicembre del prossimo anno.
Quindi ….Merry Christmas & Happy New Year!