Italian & Inglese?

Sono sicura che alcuni si chiederanno perché nei testi di questo sito ho mescolato Inglese e Italiano.
“Non potevi scrivere tutto in italiano?”
E’ una domanda legittima, ma la mia risposta è “non sempre l’italiano è semplice, sintetico e diretto”.
Spesso in italiano ci vogliono il 30 o il 40% di sillabe in più per dire la stessa cosa. Provate a dire “To be or not to be” e poi “Essere o Essere”. L’Italiano è più lungo.

Ma non è solo per questo.
I termini legati al web (come nel marketing) sono in inglese e la loro traduzione italiana non ha lo stesso significato perché non diciamo “pagina casa”, forse “pagina iniziale”, ma più comunemente “home page”; così layout, information architecture, scroll, slide presentation, etc.

Content: content o web content è un grande contenitore; la letteratura anche accademica su questo tema è vasta ed è in lingua inglese, e per questo il termine “content” ha un significato preciso, che il termine italiano non ha, o almeno restituisce solo in parte. Ho usato content e contenuto/i in modo diverso a seconda del contesto.

Storytelling, “narrazione di storie”, letteralmente, ha un significato preciso perché lo storytelling è una tecnica e una pratica utilizzata ampiamente nel web che invita a creare strutture narrative per comunicare ciò che vogliamo dire. A volte, qui in Italia, per storytelling si intende il raccontare le storie personali, ma non è così. La tecnica di narrazione non significa raccontare le storie personali, significa creare una narrazione.

If content is King, User is Queen“. Nella letteratura sul web content si parla di “Content is King”, o “Content is key”; il gioco di parole creato e usato nella copertina, “cover”, della home page in italiano non avrebbe avuto senso, perché non ho mai sentito, e potrei sbagliarmi, Il contenuto è il Re…., ho sentito invece l’aglio è il re della cucina e se avessi creato un sito di cucina forse avrei potuto usare “L’aglio è il Re. La cipolla è la Regina”, perché la prima affermazione “l’aglio è il re della cucina” è entrata nel nostro linguaggio e avremmo capito il gioco di parole.
Web User o user: tradurremmo con “utente”, ma anche qui non rende bene l’idea.

Quindi, nonostante ami tantissimo la lingua italiana, quando utilizzarla appesantiva o allungava troppo il discorso ho optato per l’inglese. Prediligerò sempre l’italiano, la mia lingua, ma a volte userò l’inglese. E’ solo una scelta stilistica, che forse ad alcuni non piacerà. Sono scelte, come alcuni scelgono un tono “simpatico” e “giovane”, che personalmente trovo banale e irritante. Quando si sceglie è così, ci si assume la responsabilità di piacere ad alcuni e non ad altri. Piacere a tutti è o per gli idioti o per i geni. E umilmente non mi sento né una persona idiota, né un genio alla William Shakespeare.

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