Clienti Infernali: Planning*

Photo by Bruno-Figueiredo - unsplash.com
Photo by Bruno-Figueiredo - unsplash.com

email 28 giugno 2022
From: me
To: cliente
Buongiorno,
spero tutto bene.
Volevo sapere se hai aggiornamenti sulla grafica del sito.
Sarebbe per me utile avere un’idea di massima dell’impostazione grafica, così da poter dare indicazioni a chi sta sviluppando il sito. Fammi sapere e grazie.

email 28 giugno 2022
From: cliente
To: me
Ciao,
settimana di fuoco. Mi faccio vivo appena ho novità. Ciao e grazie

email 12 luglio 2022
From: cliente
To: me
Buongiorno Elena,
tra breve avrai le indicazioni per la prima pagina del sito.
Per chiudere, hai mica pronta la parte della roadmap con i testi?
Se sì, puoi inviarla? Così chiudiamo la landing.
Fammi sapere.
Grazie e ciao.

email 12 luglio 2022
From: Me
To: Cliente
Buongiorno,
per la roadmap sto aspettando ancora i contenuti, quindi non ho nulla.
Rimango in attesa della grafica della home.

Grazie

email 12 luglio 2022
From: cliente
To: me
Ok. Andiamo avanti senza roadmap. Tra non molto avrai le indicazioni grafiche. Grazie e ciao

 


 

Rimpiango di non avere la verve ironica di Woody Allen, perché sarebbe stato capace di elevare questo noioso scambio di email al carteggio epistolare Gossage-Vardebedian. Per cui mi limiterò a qualche osservazione “morale” sui quei rapporti lavorativi che richiedono qualche minuto di meditazione zen (o altro secondo inclinazioni, credenze e gusti) per evitare  reazioni di cui potremmo pentirci.

A volte non è possibile definire una deadline. I motivi sono diversi, ma stanno tutti nello spazio tra hai-un-incarico e ti-chiedo-un-favore. Sì perché a volte, in quei progetti dove il budget è molto risicato, il cliente chiede aiuto all’amico di turno e così, possiamo rischiare di dover mediare tra le necessità del progetto e una misconosciuta tendenza anarchica degli amici-che-fanno-un-favore.

Se siamo in questa situazione, è il caso di rassegnarsi a interazioni dove il tempo perde corpo e valore; i sintomi sono l’utilizzo di termini vaghi e imprecisi come appena, tra breve, tra non molto, che non dicono nulla. La precisione del “quando” non è un vezzo per razionalisti ossessivi, ma è una variabile necessaria. Se poi il lavoro coinvolge altre persone è ovvio che si debbano coordinare i tempi di tutti e la pianificazione assurge a una sacrosanta forma di rispetto per gli altri. E poi, mi chiedo, quale lavoro non ha bisogno di pianificazione? Quindi, stabilire una deadline, benché sia noioso e sembri un vincolo alla creatività (di chi creativo non è) è semplicemente utile e rispettoso.

Se siete dell’idea che “Il tempo è un’illusione. L’ora di pranzo è una doppia illusione”, per dirla alla Douglas Adams, allora cercatevi dei colleghi molto pazienti e progetti dove il rigore teutonico è bandito. Se invece la pensate come Theodor Adorno, “Quando il tempo è denaro, sembra morale risparmiare tempo, specialmente il proprio.” cambiate progetto e colleghi.

Nota: *Clienti infernali, da un’idea di Clients from Hell

 

 

 

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